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Gentilissimi tutti,
Dagli inizi di marzo, periodo
d’avvio del cammino tristemente noto per le CRA, sembra essere passato più di
un anno tanto è stato il peso emotivo vissuto in questi 8 mesi, trascorsi alternando
momenti molto concitati a momenti di tensione e sospensione.
Nessuno di tutti noi e voi ha
avuto modo di percepire interamente quello che succedeva dall’altra parte, tra
le paure, i dispiaceri, le attese, i continui cambi di rotta indotti dall’esterno,
e le speranze, le difficoltà nel mantenere una “normalità quotidiana”, cercando
di preservare un senso al susseguirsi dei giorni.
Ogni decisione, nel rispetto
scrupoloso delle normative emanate nel corso delle settimane, ogni scelta, anche
la più difficile, è stata presa con responsabilità e coscienza, comprendendone
i relativi disagi e chiedendo inderogabili sacrifici in ugual misura agli
Ospiti, ai loro familiari e al personale. Il tutto unicamente per riuscire a proteggere
gli Ospiti, comunità di persone estremamente fragile e vulnerabile, in cui
eventuali contagi sarebbero stati a discapito di tutti.
Questo nemico invisibile ha messo
in luce la correlazione inconsapevole che esiste tra ognuno di noi, ben al di là
dei nostri familiari e amici stretti, evidenziando i collegamenti con le
persone di cui ci prendiamo cura nelle CRA, fino alle loro famiglie, coi
colleghi e anche con le famiglie di quest’ultimi. Abbiamo riscoperto il senso
di “essere collettività” e avvertito la proporzione del pericolo. Diventando
consapevoli di come la prevenzione sia la chiave di tutto.
L’attenzione resterà molto alta
ancora per diverso tempo, impossibile fare previsioni, ma di certo non è tempo
di creare false illusioni, o di commettere imprudenze dettate dalla stanchezza
e dall’impazienza, in attesa che la comunità scientifica trovi una sola voce. In
queste situazioni le opinioni personali non possono trovare spazio. Commettere
leggerezze oggi, significherebbe rischiare troppo, compromettere la salute dei
più deboli vanificando i sacrifici fino ad oggi richiesti ed i risultati
raggiunti. È tempo per continuare a tutelare i più deboli con fermezza.
Per mantenere il ponte di
collegamento vitale tra gli Ospiti ed i loro familiari, il servizio animazione
a partire dal 17 marzo è stato messo a disposizione per attivare le
videochiamate. Come detto nel precedente articolo l’esperienza ha riservato non
poche sorprese ed emozioni. Uno schermo non potrà mai sostituire il calore di una
carezza, ma può (se rimane l’unico mezzo) accorciare le distanze e fare
rivivere un clima di normalità.
Con l’inizio delle visite in
presenza nei mesi estivi, gli incontri sono passati da virtuali a reali, e
seppure con la durata di 30 minuti per Ospite, un familiare a settimana, con
l’adozione di tutti i DPI richiesti e il distanziamento necessario si è cercato
di dare risposta al grande bisogno, quanto mai comprensibile, di poter stare
con i propri cari in un momento così delicato.
Il nuovo DPCM 13/10/2020, art. 6
comma bb) ha riportato la condizione delle CRA a quella degli inizi di marzo.
La sospensione delle visite ha riportato alla luce tensioni, paure ed amarezza.
Skype oggi e prossimamente anche
Whatsapp aziendale, sono gli strumenti messi nuovamente a disposizione di tutti
i familiari dei nostri Ospiti.
Ancora una volta speriamo di poter assistere
alla comparsa di quei raggi di luce che hanno acceso gli sguardi di coloro che
hanno incrociato quello del proprio caro.
Ad oggi, giusto per
comprendere le risorse messe in campo, le videochiamate realizzate sono state
543, gli “incontri estivi in presenza” sono stati 748, in complessivo 1291
accessi ai servizi sono stati erogati.
Vi ringraziamo per la
collaborazione e ci uniamo all’augurio già espresso in tutto il mondo di poter
presto tornare a tenerci per mano e scambiarci affetto senza più pericoli.
La Direzione di Struttura.